sabato 23 aprile 2011
DAVANTI ALLA PIETRA DEL SEPOLCRO
tratto da “Donne della risurrezione” Lia Beltrami
Giuseppe prese il corpo, lo avvolse e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Magdala e l’altra Maria (Matteo 27, 59-61)
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. (Matteo 28,1)
Poi (Giuseppe) fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Magdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto. (Marco 15,45-46)
Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salomè comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole (Marco 16,1-2)
Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo (Luca 24,1-10)
Il cielo si è oscurato. Gesù ha reso lo spirito al Padre. Dal suo costato, trafitto da una lancia, sono sgorgati sangue e acqua. Giuseppe d’ Arimatea, uomo giusto, ottiene il permesso da Pilato di deporre il Cristo dalla croce. Lo avvolge in un lino bianco. Maria Maddalena assiste, è presente, non manca. Osserva gli uomini di Israele mentre portano il corpo morto del Maestro dentro un sepolcro scavato nella pietra, in un giardino lì vicino. (…) Pochi istanti, poi anche il corpo del Maestro non c’è più, un rumore sordo, e una grossa pietra lo separa dalle donne. È il vuoto. (…)
“Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro”.
Giovanni ci dice che è ancora buio, il buio della notte della morte. Proprio lì però sta sorgendo il primo giorno della settimana, qualcosa di nuovo, le tenebre lasciano il posto alla luce, nel dolore nasce qualcosa.
Finite le ore del culto, la vecchia Pasqua, Maria Maddalena è già pronta a correre verso la culla del corpo del Maestro. È il tempo della prova più grande. Lei, nonostante la paura, esce di casa, inizia un nuovo cammino e si reca al giardino. Si era messa in viaggio per seguire Gesù nella Galilea, dopo la liberazione, e con lui era salita sul calvario. Ora, sola, nella tentazione di cedere al vuoto, riparte e si reca alla tomba. Non vede, è ancora tenebra, ma l’amore la conduce a dare la sua risposta.
Maria Maddalena esce presto al mattino, forse ancora nella notte, quando i bagliori della prima luce si espandono nel cielo stellato. Ha trascorso il sabato con gli apostoli ammutoliti, pieni di paura, dominati dal sapore della sconfitta. Ma non si è fatta influenzare dal loro annientamento. È stata certamente insieme alla Madre, con lei si è fatta forza, ha preparato gli unguenti profumati e ora esce, sfidando il pericolo di chi vuole eliminare gli amici di Gesù.
(…)
Maddalena avrebbe potuto rifugiarsi nel bozzolo, come gli altri, per stordirsi e non affrontare il dolore del sabato. (…) un’altra scorciatoia è quella dello scarico: addossare responsabilità e pesi sugli altri, lamentarsi in continuazione, vedersi come unici nel mondo autorizzati a soffrire. Tutte vie che distolgono dal vero e pungente confronto con se stessi. Maddalena avrebbe potuto gridare contro i romani, contro gli ebrei, accusare gli apostoli di non aver difeso il Maestro.
Niente di tutto questo. Lei ci è guida nel percorrere la strada del dolore, a partire dai passi sul Golgota, per fermarsi sotto la croce, stare con la Madre in silenzio e guardare alla deposizione. Non si nasconde quando viene chiusa la grossa pietra, quale firma dell’apparente finitudine e del fallimento della Buona Novella, lei resta. E poi, ancora, passato il sabato, si confronta con il dolore più grande della sua vita, e corre verso il sepolcro. Perché tanta fretta? Perché uscire nella notte, nella paura e nei pericoli? La sua è una risposta d’amore.
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