martedì 20 novembre 2012

L' Om healing entra in carcere


Malgrado siano ormai due anni che nel carcere della mia città tengo corsi di Meditazione semplice e gruppi di meditazione per i detenuti, non avrei mai pensato che un giorno i ragazzi avrebbero potuto sperimentare l'Om Healing. A ottobre mi è stato affidato uno dei gruppi dell'anno precedente e tutti i partecipanti, fin da subito, hanno cominciato a chiedere di poter approfondire in qualche modo la loro pratica, volevano "qualcosa di nuovo". Non sapevo bene cosa poter proporre, mi veniva in mente l'Om Healing, ma la mia mente, perentoria, diceva "No! Impossibile" e io lasciavo perdere. Pensavo che fosse impossibile proporlo e anche  farlo, sia perchè l'ambiente non è adatto ( c'è continuamente l'andirivieni degli agenti che vengono a controllare che tutto sia a posto, senza contare il fatto che spesso parlano a voce molto alta per dare gli ordini da un corridoio all'altro), sia perchè sapevo che  i detenuti avevano ritegno a fare "cose strane" per paura di essere poi derisi dai compagni e dagli stessi agenti. Però a un certo punto cominciai a riflettere che avrei potuto semplicemente proporre il seminario Om Healing, senza per forza arrivare alla pratica. Così, dieci giorni fa una bella OM è stata disegnata sulla lavagna dell'aula che ci hanno assegnato e i ragazzi hanno ascoltato con interesse il contenuto del seminario, finchè non siamo arrivati all'esercizio della vibrazione AUM, che io pensavo sarebbe stato boicottato per le ragioni che ho detto prima. Invece, inaspettatamente, hanno accettato di farlo, seppure con un pò di vergogna e di ritegno. Allora ho visto uno spiraglio di possibilità (ma soprattutto ho provato una grande commozione nel sentire quella vibrazione proprio lì, dentro il carcere)  e mi sono lanciata: "Volete fare Om Healing la prossima volta?" Ed arriviamo a ieri. Ho avvisato gli agenti che avremmo "cantato", che era un esercizio di yoga e quindi di non allarmarsi. Fortunatamente (o non è stata solo 'fortuna'?) ci hanno messo in una delle aule in fondo al corridoio e abbiamo cominciato la pratica.



 All'inizio le voci uscivano proprio a fatica, era come se i ragazzi si trattenessero e si sentiva anche il gran vociare degli agenti. La preghiera ai Maestri l'avevo fatta interiormente, ma continuavo a chiamare Mahavatar perchè tutto andasse nel modo migliore. E a un certo punto è successo qualcosa: il canto è diventato più profondo e vibrante, c'era una concentrazione assoluta, le voci esterne sono sparite (così mi hanno detto anche loro) ed era come essere dentro una bolla, che ci escludeva dall'ambiente. Per quella mezzora, nessun agente è venuto a controllare. Inutile dire che alla fine i loro visi erano cambiati e i loro occhi ridevano. E tutti (la maggior parte sostiene di non credere allo Spirito e alle sue manifestazioni) cercavano una spiegazione razionale alle cose "strane" che avevano sentito. "Ma c'era un rombo...stava passando un aereo?" "Vedevo le facce di due miei cari scomparsi che mi sorridevano...sì, ma sono io che oggi sono un pò così..." "Ho avuto un grande calore nello stomaco...certamente era la mia ernia iatale" e così via...Ma intanto la porta è stata aperta e un passo è stato fatto. E la gioia più grande è stata sentirmi dire, quasi in coro, mentre uscivo: "Ma la prossima volta... lo facciamo ancora, vero?"
Grazie Guruji e grazie Mahavatar perchè il vostro Amore non conosce limiti, è veramente 'senza condizioni'...Grazie.
Sita Devi

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