venerdì 31 luglio 2009

Risveglio dell´amore divino

Jai Gurudev a tutti.
Sapete tutti benissimo che la vita umana ha un proposito: realizzare la meta più alta, la quale è il vero Sé cioè l’amore. La mente ci fa sembrare questo proposito lontano, quasi irraggiungibile, ma in verità è molto vicino. Come sapete siete tutti un' incarnazione dell'Amore, una parte del Divino. Raggiungere questo Amore Divino, questo stato di beatitudine, sat-chit-ananda, é ciò che tutti vogliono. In verità siete già questo Amore Divino, solo che non lo esprimete. Vi piace l’amore esteriore, pensate che sia più facile, però dopo un certo periodo "vi viene mal di testa". Sapete che esiste un Amore eterno, l'Amore che aspetta di essere risvegliato dentro di voi. Questo Amore ve lo siete portato dietro per tante vite e adesso avete l' opportunità di realizzarlo. La grazia di essere spirituali, di essere su un sentiero spirituale, é già un attributo dell' Amore Divino. Come detto, tutti cercano questo Amore, però solamente quando gli si dà l'opportunità di crescere e maturare uno può realizzare Se Stesso - realizzare questo Amore. Nella mente può nascere la domanda: "Perché ritorniamo sempre e abbiamo da fare sempre le stesse cose, se abbiamo già realizzato questo Amore, perché non lo abbiamo adesso?” Per capire questo, guardate un bambino. Un bambino vive la sua routine quotidiana, senza pensare a come le cose devono andare o essere. A noi adulti invece piace chiedere, capire e dubitare delle cose. Ci piace mettere un pò di spezie nelle cose. Quando abbiamo buttato troppe spezie, il cammino, il gusto è cambiato - é troppo piccante, o troppo salato! Però questo Amore Puro é sempre presente.

martedì 14 luglio 2009

L`umiltà


Mi ricordo bene gli ultimi satsang (incontro con la verità) di Swami Vishwananda, nei quali parlava dell´umiltà. Disse che è importante essere umili per arrivare alla meta dell'unione con Dio, perchè se pensiamo di essere qualcuno di speciale, o se pensiamo di essere migliori degli altri sbagliamo tantissimo.
Una volta, parlando dell' Amore Divino, mi fece capire questa cosa molto bene. Parlò della gente spirituale e disse che oggigiorno è molto di moda essere una persona spirituale; però se una persona pensa di essere migliore per questo, è ancora peggio di qualcuno che non sa niente di spiritualità, perché è la persona spirituale che dovrebbe capire che deriviamo tutti dalla stessa fonte e che nell' essenza siamo tutti uguali; come possiamo pretendere di valere di più di qualcun' altro, anche se il paragone fosse con un delinquente?!
Come può Dio che è il tutto in tutti amare qualcosa di piú o meno, colui che è l'amore stesso?! Non ricordo esattamente le parole di Swamiji però per quanto mi riguardava questo era il messaggio: sono amato sempre e non mi devo sentire di meno o di più di qualcun' altro, perché ormai è un' illusione troppo chiara.
La mente giudica sempre, se stesso o gli altri, peró ho capito che giudicare è sbagliato, perciò provo subito a fermare il pensiero, prego per un cambiamento del pensiero e se non serve, mi osservo e cerco di non identificarmi con questo pensiero che é solo una fonte di sofferenza.
Un' altra volta disse che un aspirante spirituale, se non si esercità nell'umiltà, puó praticare per vite. Queste parole di Swamiji mi ricordano il mio insegnante di arti marziali che raccontava una storia con suo maestro.
Raccontò che dopo aver vinto la coppa del mondo, ritornò dal suo maestro e pieno d'orgoglio disse di essere il campione del mondo. Il maestro lo invitò sul ring e dopo neanche 5 minuti il mio insegnante venne malamente vinto e steso. In quel momento capì cosa significa essere campione del mondo...
E così quando pensiamo di essere i migliori, la vita ci manderà un maestro che ci farà capire che non lo siamo perchè abbiamo sempre da imparare qualcosa, e come dice Swami ci sarà sempre qualcuno che sa più di noi. È in questo momento che diventiamo umili. Penso che così sarà sempre, finchè non capiremo che non possiamo capire, che la verità eterna, Dio, è al di là della comprensione.

lunedì 13 luglio 2009

Gli anellli

Sentii nominare Sri Swami Vishwananda qualche anno fa da un' amica che ha vissuto per tanti anni in India nell' ashram di Swami Premananda, ashram che Swamiji ha visitato. Questa mia amica mi raccontò di questo giovane Swami che trattava le persone del ashram come li trattava suo guru Swami Premananda. La impressionò anche il suo stile di vestirsi: jeans e maglietta, come una persona"normale".
Mi fece vedere le foto di lui e mi raccontò quanto questo giovano Swami la impressionò, e quanto sentiva per lui lo stesso amore che sentiva per il proprio maestro.
Mi disse che materializzò tantissimi anelli per le persone che vivevano nell'ashram, e che questi anelli erano grandissimi, e che non le piacevono per niente!
L`ultimo giorno prima di partire, la chiamò da lui. Lei sperava solo che non le desse uno di questi goielli giaganteschi, perchè ormai li aveva dati quasi a tutti. In quello stesso momento Swami tirò fuori dal niente un anello finissimo, glielo diede e con un sorriso disse: "Ti piace questo qua?"
Dopo che anch'io incontrai Guruji, e dopo aver regalato anche a me uno di questi anelli bellissimi, e per niente piccoli:), pensai alla storia che mi fu raccontata da quella mia amica alcuni anni fa.
Ad essere sincero, non conosco il significato di tutti questi anelli diversi, anche se per me, il mio contiene un ricordo e un` esperienza bellissima, e rappresenta il regalo più grande che la vita mi poteva fare: finalmente ho trovato la mia guida spirituale!!!Grazie a Dio!!!

domenica 12 luglio 2009

Essere se stesso



Potrei raccontare molto, e scrivere tante cose che Swamiji ha detto, ma non vorrei usare tante parole, perché ci creano solo confusione. Il bello della vita è che può essere molto facile, se noi vogliamo. Siamo noi stessi a complicarci la vita, quasi per abitudine. Anche se guardiamo la natura, tutto è facile; perciò è forse il caso che diventiamo piú naturali.
Nell' ultimo satsang un discepolo chiese come possiamo ottenere la grazia divina, e Swamiji ha risposto di fare il prorio dovere, e di essere se stessi, cioé essere naturali. Dobbiamo esseri sinceri, con noi stessi prima di tutto.
Questo è un pensiero che mi aiuta tantissimo e che mi sembra essere la chiave dello stare bene con se stessi. MI AMO E MI ACCETTO COSÍ COME SONO.
Una volta dissi a Guruji che capisco questo principio, ma noto delle cose dentro di me che non sono per niente belle. Se penso a queste cose, faccio fatica ad amarmi e automaticamente non sto piú bene.
Lui mi rispose che queste cose posso facilmente cambiare: vedo che qualcosa non va bene, dico a me stesso che cambio. Senza giudicarmi, semplicamente essere cosciente e cambiare volta per volta. La vita ci dà abbastanza opportunitá.

venerdì 10 luglio 2009

La pace inizia nella mente

Spesso, prima del Darshan (benedizione) Swami Vishwananda tiene un satsang (incontro con la veritá). In queste occasioni Swami parla spontaneamente e spesso racconta storie che ci danno una lezione molto chiara e pratica. Durante questi satsang capita le persone ricevono risposta alle loro domande ancor prima che queste vengano poste.Una volta un discepolo chiese a Swamiji di parlare della pace nel mondo. Swamiji rispose che dovremmo iniziare a coltivare la pace nel mondo coltivando prima di tutto la pace nella nostra mente. Disse che il mondo esteriore non ci darà mai stabilitá e sicurezza, che queste qualità le dovremmo trovare dentro di noi, ognuno dentro se stesso.
Ho partecipato ad alcuni darshan e posso dire che ogni volta è un' esperienza diversa; di piú, un' avventura speciale che mi aiuta nel mio viaggio spirituale, che mi aiuta a mettere in pratica gli insegnamenti e a raggiungere la pace della mente.
Mi piace la sua semplicità sia negli insegnamenti che nella sua vita quotidiana. Coloro che hanno avuto o che avranno l´opportunita di incontrarlo personalmente vedranno di cosa parlo.
Perció, la chiave per la pace nel mondo è sicuramente la pace nella mente, peró come tutte le saggezze che esistono, le capiremo solo quando le vivremo.