mercoledì 30 settembre 2009

Bhavani Ashtakam

Jai Gurudev cari amici.
Per coloro che durante il Navaratri erano qui con noi, procurerà sicuramente grande gioia poter rileggere la bellissima preghiera di Adi Shankaracharya dedicata alla Madre Divina nell’aspetto di Bhavani, preghiera che ogni notte al termine delle cerimonie, cantavamo assieme a Guruji. Per coloro che invece non hanno potuto raggiungerci e commemorare la Madre Divina assieme a noi, leggere queste toccanti righe potrà dare un’idea dell’atmosfera e dell’energia che ci ha accompagnati durante tutti i festeggiamenti del Navaratri.

LA DEA BHAVANI
Nella mitologia Hindu Bhavani è considerata un aspetto della dea Shakti o Devi. È considerata “la donatrice della vita”, il potere della natura come la sorgente dell’energia creativa. È anche conosciuta come Karunaswaroopini, che significa “colma di misericordia”. Altri nomi con cui è conosciuta sono: Tulaja, Turaja, Tvarita e Amba

BHAVANI ASHTAKAM

Na thatho, na matha, na bandur na datha,
Na puthro, na puthri , na bruthyo , na bartha,
Na jayaa na Vidhya, na Vruthir mamaiva,
Gathisthwam, Gathisthwam Thwam ekaa Bhavani.


Non la madre, non il padre
non i compagni e non gli amici
non il figlio, né la figlia
non i servi, non il marito
non la moglie, e neppure la conoscenza
e nemmeno la mia occupazione
sono la mia vera dimora -
Sei Tu il mio rifugio e il mio solo rifugio, Bhavani.

Bhavabdhava pare, Maha dhukha Bheeru,
Papaatha prakami, pralobhi pramatha,
Kam samsara pasa prabadha sadaham,
Gathisthwam, Gathisthwam thwam ekaa Bhavani.


Sono un codardo che non osa affrontare il dolore,
irretito dalla lussuria e dalla debolezza,
dall’avidità e dal desiderio,
e legato alla vita inutile che ho vissuto.
Nell’oceano della nascita e della morte -
Sei Tu il mio rifugio e il mio solo rifugio, Bhavani.

Na Janaami Dhanam, Na cha dhyana yogam,
Na janami thathram, na cha sthothra manthram,
Na janami poojam, na cha nyasa yogam,
Gathisthwam, Gathisthwam thwam ekaa Bhavani.


Non conosco il modo di donare,
non so come meditare,
non sono versato nei riti
e non conosco le parole degli inni
non conosco la regola della devozione
e non ho praticato lo yoga -
Sei Tu il mio rifugio e il mio solo rifugio, Bhavani.

Na janami Punyam, Na janami theertham,
Na janami mukthim, layam vaa kadachit,
Na janami bhakthim, vrutham vaapi maatha,
Gathisthwam, Gathisthwam, thwam ekaa Bhavani.


Non conosco come si acquistano i meriti
non conosco la strada del pellegrino
non conosco la via della salvezza
non so immergere la mia mente in Dio
non conosco l’arte della devozione
non conosco la pratica dell’ascesi, O Madre -
Sei Tu il mio rifugio e il mio solo rifugio, Bhavani.

Kukarmi, kusangi, kubudhi, kudhasa,
Kulachara heena, kadhachara leena,
Kudrushti, kuvakya prabandha, sadaham,
Gathisthwam, Gathisthwam, thwam ekaa Bhavani.


Ho compiuto azioni malvage
e frequentato persone corrotte
col pensiero ho accarezzato il male
e ho servito cattivi maestri,
la mia genia è triste
i miei atti sono peccaminosi
il mio sguardo è malevolo
i miei scritti sono solo maleparole -
Sei Tu il mio rifugio e il mio solo rifugio, Bhavani.

Prajesam, Ramesam, Mahesam, Suresam,
Dhinesam, Nisidheswaram vaa kadachit,
Na janami chanyath sadaham saranye,
Gathisthwam, Gathisthwam thwam ekaa Bhavani


Non conosco il creatore
non il signore del destino
non il signore degli esseri
non il signore degli dèi.
Non consoco il dio che reca la luce
e non conosco il dio che governa la notte
e nessun altro dio mi appartiene
O Dea, sempre mi inchino a Te -
Sei Tu il mio rifugio e il mio solo rifugio, Bhavani.

Vivadhe, Vishadhe, pramadhe, pravase,
Jale cha anale parvathe shatru madhye,
Aranye, saranye sada maam prapahi,
Gathisthwam, Gathisthwam, thwam ekaa Bhavani.


Quando sono immerso nel conflitto
quando sono in preda al dolore
quando sono colpito da una disgrazia
quando sono lontano da casa
quando attraverso il fuoco o l’acqua
quando sono in cima a una montagna
quando sono circondato dai nemici
quando sono nel folto della foresta
O Dea, sempre mi inchino a Te
Sei Tu il mio rifugio e il mio solo rifugio, Bhavani.

Anadho, dharidro, jara roga yuktho,
Maha Ksheena dheena, sada jaadya vakthra,
Vipathou pravishta, pranshata sadhaham,
Gathisthwam, Gathisthwam, thwam ekaa Bhavani.


Nelle condizioni dell’orfano,
nella vita del mendicante,
nei dolori della vecchiaia,
dell’abbattimento della stanchezza,
nello stato che induce la pietà,
quando sono sommerso dai problemi,
quando verso in grave pericolo,
O Dea, sempre mi inchino a Te -
Sei Tu il mio rifugio e il mio solo rifugio, Bhavani.

Adi Shankaracharya

martedì 29 settembre 2009

La notte di Navaratri

Le notti erano lunghe! L´ultima notte di Navaratri Swamiji si é trasformato in Durga-Kali e ha ucciso il demone Mahashasura. Durante la danza Swamiji é caduto in trance e ha tagliato la testa al demone. Percepivamo chiaramente in lui la presenza della Divinitá. Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto moltissime benedizioni dalla Madre Divina. Ci ha inviato il messaggio che ora che siamo nutriti del suo amore, dobbiamo portarlo nel mondo, ai nostri cari, alle nostre famiglie e condividere ció che ci é stato dato.

sabato 26 settembre 2009

Santa Maria


Santa Maria
Tu che hai avuto la grazia di "camminare al cospetto di Dio",
fa' che anche noi, come Te,
possiamo essere capaci di "cercare il Suo volto ".
Aiutaci a capire che solo nella sua volontà
possiamo trovare la pace.
E quando Egli ci provoca a saltare nel buio per poterlo raggiungere,
liberaci dalle vertigini del vuoto,
e donaci la certezza che chi obbedisce al Signore
non si schianta al suolo,
come in un pericoloso spettacolo senza rete,
ma cade sempre nelle sue braccia.

(Don Tonino Bello)

A Maria Madre dell'Amore


Maria, Madre dell'amore, amaci intensamente.
Ora più che mai ne abbiamo bisogno.
La terra, che tu stessa hai conosciuto,
è piena di angosciosi problemi.
Proteggi coloro che, turbati dalle difficoltà
o avviliti dalla sofferenza,
sono presi da sfiducia e da disperazione.
A coloro cui tutto va male, dona conforto;
suscita in loro la nostalgia di Dio
e la fede nel suo infinito potere di soccorso.
Ama coloro che non sanno farsi amare
e che la gente non ama più.
Consola coloro a cui la morte o l'incomprensione
ha strappato gli ultimi amici
e si sentono terribilmente soli.
Abbi pietà delle mamme
che piangono i loro bambini perduti o ribelli o infelici.
Abbi pietà dei genitori che non hanno ancora lavoro
e sono nell'impossibilità di dare alla propria famiglia
pane abbondante e istruzione.
Che la loro umiliazione non li abbatta.
Dona loro coraggio e tenacia
nel riprendere giorno dopo giorno
la propria avventura, nell'attesa di giorni migliori.
Ama coloro a cui tutto va bene,
e che, illudendosi di aver raggiunto quaggiù
lo scopo della vita, ti hanno dimenticato.
Ama coloro a cui Dio ha donato bellezza,
beni e forti sentimenti,
perché non sciupino questi doni in cose inutili e vane,
ma con essi facciano felici coloro che ne sono sprovvisti.
Ama, finalmente, coloro che non ci amano più.
Maria, Madre dell'amore, madre di tutti noi,
donaci speranza, pace, amore.
Amen.

(G. Perico S.J.)

Vieni a me in una tangibile forma umana

Sorgerà per me quel giorno, Madre Divina, in cui, pronunciando il tuo nome, verserò un fiume di lacrime che inonderà gli argini della mia ignoranza, ponendo fine all’aridità del mio cuore? Allora, nel lago di tutte le mie lacrime, fiorirà il tuo loto luminoso della saggezza che dissolverà per sempre la mia oscurità.
O Madre cosmica onnipresente, vieni a me, in una tangibile forma umana! Solo il tuo viso di infinità dolcezza può far scomparire la mia pena.
(da un canto di Ramprasad)

mercoledì 23 settembre 2009

Sri Swami Vishwananda e la Madre Divina.

Sri Swami Vishwananda ha un’adorazione particolare per la Divina Madre nella forma della Vergine Maria. Ella appare spesso a Guruji, portando dei messaggi che a volte Guruji condivide con i suoi discepoli. In alcune occasioni, durante queste apparizioni, sono state scattate delle foto, e la celebrazione della Divina Madre durante il Navaratri ci sembra l’occasione giusta per condividere con voi queste toccanti immagini. In particolare vi mostreremo le apparizioni avvenute durante i viaggi di Guruji in Italia.

Le apparizioni in Italia



...in Svizzera


PREGHIERA PER LA MADONNA



O Maria, Madre di Dio,
conservami un cuore di fanciullo,
puro e limpido come acqua di sorgente.
Ottienimi un cuore semplice,
che non assapori la tristezza;
un cuore magnanimo nel donarsi e tenero nella compassione;
un cuore fedele e generoso che non dimentichi nessun beneficio e non serbi rancore per il male.
Forma in me un cuore dolce e umile,
che ami senza esigere di essere riamato,
contento di scomparire in altri cuori,
sacrificandosi davanti al tuo divin Figlio;
un cuore grande ed indomabile
che nessuna ingratitudine possa chiudere
e nessuna indifferenza possa stancare.
Amen



martedì 22 settembre 2009

Navaratri: celebriamo la Madre Divina


Jay Gurudev a tutti voi.
Sabato scorso sono iniziati qui a Springen i festeggiamenti per una delle celebrazioni più belle della religione indù: il Navaratri. Letteralmente Navaratri significa “nove notti”: Nava significa nove, Ratri significa notti. Durante queste nove notti e nove giorni vengono venerate le nove forme della Shakti/Devi, cioè l’aspetto femminile del Divino.
Durante i primi tre giorni del Navaratri, viene invocata, allo scopo di distruggere tutte le nostre impurità, la dea Durga, conosciuta anche come Kali.
I secondi tre giorni la Divina Madre viene adorata nella Sua forma di donatrice di ricchezza spirituale, Lakshmi, detentrice del potere di concedere ai suoi devoti prosperità inesauribile. Lakshmi è la dea della ricchezza e dell’abbondanza.
Durante gli ultimi tre giorni si venera la dea della saggezza e delle arti, Saraswati.
Per chi è nato e cresciuto immerso nella cultura e mentalità cristiana può risultare difficile, ma nello stesso tempo entusiasmante, riuscire a guardare il Divino nella Sua forma femminile. Nella cultura indù il Divino ha un aspetto maschile e uno femminile; l’aspetto femminile, Shakti/Devi è una delle forme in cui il Divino viene venerato nella figura della Madre Divina; la Shakti/Devi è l’energia vitale creatrice: è la Madre Divina.
La prima parola che un bimbo pronuncia è “mamma” . La nostra prima relazione con il mondo avviene attraverso la madre. Nella madre è concentrato tutto un mondo di tenerezza, amore, nutrimento, cura, protezione, sicurezza. Per l’essere umano dovrebbe risultare naturale pensare al Divino nella forma della Madre, che ama tutti, nutre tutti, si prende cura di tutti, protegge tutti. Devi è la Madre Divina, il grembo eterno ed universale di tutte le creature, umane, animali, vegetali…. Ella culla i suoi bambini nelle sue amorevoli braccia, li allatta e li nutre con amore infinito.
Il Santo del Bengali Sri Ramakrishna ci offre una bellissima allegoria della relazione madre-figlio. Sino a quando un bimbo gioca con i propri giocattoli, la madre si rivolgerà alle faccende di casa. Ma nel momento in cui il bambino getterà via i giocattoli e piangerà chiamando la madre, ella lascerà tutto e correrà da suo figlio.
Questa allegoria illustra anche il forte legame che esiste tra il Divino nella forma della Madre e il suo devoto. Chiunque si sia stancato del vano e futile gioco del mondo ha solo da rivolgersi alla madre ed implorala di liberarlo da tutto ciò. Ella lo farà, se il nostro desiderio è sincero e determinato. La sua grazia è infinita. La sua compassione ed il suo amore per tutta l’umanità e specialmente per i ricercatori sinceri è indescrivibile. La madre è sempre pronta ad accogliere nuovamente nelle sue braccia i figli smarriti. Il figlio che ha vagato lontano dalla madre un giorno realizzerà che ella è la unica fonte di sicurezza e correrà da lei e la implorerà di prenderlo nuovamente tra le sue braccia. Allora la madre spalancherà le sue braccia ed il figlio errante vi si getterà, riconquistando la beatitudine originale.

Sarò il tuo bambino capriccioso, Madre Divina!
di Paramahansa Yogananda


Sul campo di giochi della terra, ornato con grazia naturale di monto, pianure e mari, mi sono trastullato a lungo.
Madre Divina, ogni volta che, stanco di giocare, ho chiesto piangendo di Te, mi hai quietato lasciando cadere, attraverso una delle finestre spalancate dei miei desideri egoistici, un giocattolo nuovo fiammante: divertimenti, ammiratori, ricchezze.
Questa volta sarò il tuo bambino capriccioso: continuerò a singhiozzare ininterrottamente. Non mi farò zittire dai trastulli dei piaceri effimeri. Faresti meglio a venire subito, altrimenti con il mio baccano sveglierò tutto il creato! I tuoi figli addormentati si desteranno e si uniranno a me in un coro di lamenti.
Eterna Madre, lascia da parte le tue faccende domestiche universali! Esigo la tua attenzione. Non voglio più giocattoli, voglio Te!

Sono il tuo bimbo di eternità
di Paramahansa Yogananda


Cullato nella culla del passato, del presente e del futuro di tutta la creazione, io, il tuo bimbo di immortalità, ero irrequieto.
Ho tentato molte volte, senza successo, ma alla fine sono riuscito a saltar fuori dalla culla della relatività ingannevole. Tu mi hai preso fra le braccia e mi hai cullato nell’eterna pace.
Sono il tuo bimbo di eternità, che riposa sul tuo grembo di onnipresenza.

Navaratri: Durga

Navaratri: Lakshmi

Navaratri: Saraswati

giovedì 17 settembre 2009

La strada fangosa


Tanzan e Ekido una volta stavano camminando lungo una strada fangosa. Stava ancora cadendo una pioggia torrenziale.
Dopo una svolta, incontrarono una graziosa ragazza in chimono e fascia di seta, che non sapeva come attraversare la strada.
“Vieni ragazza” disse subito Tanzan. La sollevò tra le braccia e la trasportò al di là del fango.
Ekido non disse nulla fino a che, quella sera, non ebbero raggiunto un tempio. Poi non potè più contenersi.
“Noi monaci non ci avviciniamo alle donne” disse Tanzan “Specialmente a quelle giovani e graziose. È pericoloso. Perché l’hai fatto?”
“Io ho lasciato quella ragazza laggiù” disse Tanzan. “Tu te la stai ancora portando dietro?”

Tratto da "101 STORIE ZEN" a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps

mercoledì 16 settembre 2009

Perchè disturbare Dio?

C’erano una volta 3 amici che stavano camminando nella foresta, quando all’improvviso un leone enorme balzò davanti a loro! Quando videro il leone, il primo esclamò: “Siamo finiti…siamo persi…moriremo!”
Il secondo esclamò: “Preghiamo e Dio ci salverà!”
E il terzo disse: “No, perché disturbare Dio? Arrampichiamoci sul quest’albero. E quando il leone se ne sarà andato scenderemo.”

Il primo rappresenta le persone che non hanno fede, quelli che corrono via, che non credono in se stessi, che non hanno fiducia nella Supercoscienza che è dentro di loro, che non credono in Dio. Quelli che pensano che tutto è perso.
Il secondo ha conoscenza di Dio, ha letto di Lui, ha sentito di Lui, e quindi dice: “OK, preghiamo”.
Il terzo è il migliore perché dice : “Non disturbiamo Dio, arrampichiamoci sull’albero”, che significa: non farò niente che possa scontentare il Signore, farò tutto ciò che Lo possa compiacere. E neanche lo disturberò quando posso fare qualcosa da me; se posso riesco a fare qualcosa da me, perché dovrei disturbarlo? Il che significa anche: prova sempre a fare del tuo meglio.
Dio è comunque sempre con te. Sappi che quando sinceramente lo chiami, Lui è lì. Che tu lo veda, che tu lo percepisca o no, non ha importanza: Lui è lì.

martedì 15 settembre 2009

Dio e l'orto.

Un contadino aveva acquistato un appezzamento di terra pieno di erbacce e sterpi; ma, a forza di olio di gomito, l’aveva trasformato in un magnifico orto.
Per caso, una sera, passò di là il parroco che, vedendo tutti quei meravigliosi ortaggi, non poté non complimentarsi: “Figliolo, tu e il buon Dio avete fatto un ottimo lavoro!”
“Sì” rispose il contadino con un sospiro “però avrebbe dovuto vedere come era questo posto quando il buon Dio era il solo ad occuparsene!”.

Dio e il cammello

Un discepolo arrivò a dorso di cammello alla tenda del suo maestro sufi, smontò ed entrò nella tenda.
Fece un profondo inchino e disse: “è così grande la mia fiducia in Dio che ho lasciato fuori il mio cammello senza legarlo; perché sono convinto che Dio l’Onnipotente, l’Eterno e il Giusto, difenderà gli interessi di coloro che lo amano e lo temono”.
“Va subito a legare il cammello, sciocco!” gli gridò il maestro “Dio non ha tempo da perdere facendo per te quello che tu sei perfettamente in grado di fare da solo!”

lunedì 14 settembre 2009

Prendi la mia mano...

Sri Swami Vishwananda racconta..."C’era una volta una ragazzina che voleva attraversare un ponte assieme al padre cieco. Il padre disse: “Bambina mia, guidami lungo il ponte. Prendi la mia mano e aiutami ad attraversare il ponte.” La figlia rispose: “No, padre, non sarò io a tenere la tua mano; prendi tu la mia mano.”
Per la mente questo suona molto simile, vero? Ma vi è una differenza. È come se la figlia dicesse al padre: “Se dovesse succedere qualcosa sul ponte, magari io lascerò andare la tua mano, ma so che tu, che sei il padre, non lascerà mai la mia mano, non importa cosa succederà.”

Nello stesso modo tenete la mano di Cristo; tenete la mano di Dio con voi ogni momento, durante i tempi difficili e durante i tempi felici – pensando sempre al Divino, a Dio che è sempre con te ogni momento. Sta a te tenere la mano e lasciarti guidare. Quando una foglia cade nel fiume, pensate che sappia dove il flusso della corrente la sta portando? No, essa semplicemente và! È il vento che guida la foglia; nello stesso modo dobbiamo lasciarci andare ed essere nelle mani di Dio.

Anche se cadrai, sappi che la mano di Dio ti tirerà su. Questa mano è talmente grande che ti tirerà su, tanto in alto dove eravate prima…nel momento in cui date la mano a Lui, Lui vi riporterà in alto...

domenica 13 settembre 2009

Darshan


A volte durante il Darshan le persone vivono esperienze spirituali sorprendenti. Vija, dal Sud Africa, ci racconta la sua esperienza con Swami Vishwananda.

“Conosco Swami Vishwananda da quattro anni, sin dall’inizio del 2005. Ricordo che suonai l’armonium con lui durante il nostro primo incontro. Provenendo da un profondo background di rituali hindu ed essendo naturalmente scettico, devo ammettere che trovavo difficile credere nei miracoli.., tuttavia, forse, troverete la mia esperienza degna di essere ascoltata…

Durante un Darshan, quando si è inginocchiati davanti a Swami Vishwananda, e si contemplano i suoi bellissimi occhi, fui trasportato, in quel breve istante, attraverso il Cosmo, attraverso il fuoco e l’etere, in un bellissimo, meraviglioso luogo, che sentii poteva essere solo il paradiso.
Yashoda, madre di Krishna, dovette provare lo stesso, quando guardò nella bocca del suo bellissimo bimbo, Shri Krishna, e vi scorse l’intero cosmo.
L’amore del proprio Guru è infinito ed incondizionato. So che vedere un miracolo non influenzerà i miei sentimenti verso il mio Guru. Ciò che invece mi rattrista è che ho impiegato molto tempo per trovarLo.”

sabato 12 settembre 2009

Il Cuore più bello


C’era una volta, nella piazza di un villaggio gremita di persone, un giovane che diceva di avere il cuore più bello del mondo. In effetti era davvero perfetto, senza alcun difetto e tutti quanti glielo ammiravano. Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era sicuramente il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro e più lo dicevano e più il giovane si insuperbiva e si vantava di quel cuore meraviglioso.
All’improvviso, dalla folla, spuntò un vecchio che disse: “Beh, a dir la verità, il tuo cuore è meno bello del mio.”
Quando il vecchio mostrò il suo cuore aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della gente del villaggio e del giovane. Certo quel cuore batteva forte ma era coperto di cicatrici. Vi erano delle zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi rimpiazzati con altri che però non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta era pieno di grossi buchi dove mancavano pezzi interi. Tutti quanti guardavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.
Il giovane guardò come era ridotto il cuore del vecchio e scoppiò a ridere: “Stai scherzando vero? Confronta il tuo cuore con il mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è tutto un rattoppo di ferite e lacrime.”
“È vero” ammise il vecchio “Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai a cambio con il mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona a cui ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e glielo ho dato, e spesso ho ricevuto in cambio un pezzo del suo cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio. Ma certo ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi, e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persona che non mi hanno corrisposto: questo spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quante dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che provo anche per queste persone…e chissà? Forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi adesso cosa sia la vera bellezza?”
Il giovane era rimasto senza parole…Prese un pezzo del suo cuore, andò incontro al vecchio e glielo offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò. Lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta nel cuore del giovane. Ci entrava ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo.
Il giovane guardò il suo cuore, che non era più “il cuore più bello del mondo” eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perché l’amore del vecchio scorreva in lui.

venerdì 11 settembre 2009

Il Vangelo di Buddha


Un uomo stolto, sentendo dire che il Buddha osservava il principio della grande carità che comanda di rendere bene per male, venne e lo insultò.
Buddha rimase in silenzio, compassionando la sua follia.
Quando l’uomo ebbe finito di ingiuriarlo, Buddha gli rivolse una domanda dicendo: “Figlio mio, se un uomo rifiuta di accettarlo, a chi apparterrebbe il dono che gli è offerto?”
Ed egli rispose: “In tal caso apparterrebbe a colui che l’ha offerto.”
“Figlio mio” disse Buddha “tu mi hai ingiuriato, ma io rifiuto di accettare il tuo insulto e chiedo che tu lo serba per te. Non sarà esso fonte di infelicità per te? Come l’eco appartiene al suono e l’ombra alla sostanza, così l’infelicità raggiunge senza fallo colui che fa il male.”
L’ingiuriato non rispose nulla e Buddha continuò.
“L’uomo malvagio che rimprovera l’uomo buono è simile ad un uomo che leva la sua faccia e sputa verso il cielo; lo sputo non contamina il cielo ma torna in giù e contamina la sua persona.”

domenica 6 settembre 2009

25 kg di Vibhuti

Una mattina nell`anno 2005, mentre eravamo in visita all´ashram di Swami Vishwananda alle Mauritius, Swamiji disse:"Oggi devo fare della Vibhuti, fra poco me ne servirá molta.”
Swami, con indosso un Lunghi (una specie di lenzuolo-vestito indiano) andò nella sua stanza, e si sedette su un grande lenzuolo steso per terra. Mise un CD con il Mantra „Om Namah Shivaya“. Noi eravamo seduti nella stanza vicina e cantavamo lo stesso Mantra. Dop ca. 40 minuti , Yogeshini, che custodiva l´entrata di sua stanza, ci chiamò. C`era profumo di Vibhuti ovunque, e quando entrammo, l´atmosfera era incredibile. Swamiji stava seduto in mezzo alla stanza circondato da cenere bianca. Anche lui era ricoperto da quella, dalla testa sino ai piedi. Dopo che Swami si fu alzato, spostammo il lenzuolo prendendolo per i quattro angoli e iniziammo a riempire sacchettini di vibhudi. Alla fine li pesammo ed erano piú di 25 kg.
Quando chiedemmo a Swami:"Da dove viene tutta questa Vibhuti? Come funziona?" Swamiji spiegò: „È luce che esce dal mio corpo. Si trasforma in Vibhuti. In passato lasciavo che la gente mi guardasse, ma ora la luce é troppo forte, i loro occhi si brucerebbero.“
Sumitra / Svizzera

Onam festival

Martedí scorso abbiamo tutti partecipato alla preparazione dei fiori per il mandala della festa di Onam. Su ogni tavolo venivano raggruppati e "spetalati" i fiori dello stesso colore. Sri Swami Vishwananda passava in mezzo noi, aiutava un pó e chiaccherava con tutti.
Alla fine Swamiji iniziava una battaglia con i fiori strappati. Che ridere....









La mattina dopo, mercoledì 02.09, Swami Atmachaithanya ha utilizzato i petali e i fiori per creare un bellissimo mandala nel tempio e un? altro davanti all´entrata.

Swamiji e il coniglio












Durante la mia ultima visita a Springen, ho portato con me il mio coniglietto. Appena Swamiji lo vide, lo volle prendere in braccio e accarezzarlo un pó, ma il mio coniglietto, essendo un pó timido, non si fidava più di tanto. Ma certo neanche un coniglio puó resistere a Swamiji, e dopo un pò di esitazione decise di avvicinarsi e di sedersi sulle sue ginocchia. Quando però l´animale iniziò a grattare i suoi vestiti arancioni, Swamiji cominciò a preoccuparsi un pó e disse:" Ohhh, spero che questo coniglio non creda che io sia una carota gigante;" e lo ripiazzò sulla panchina!

Lilo-Germania

sabato 5 settembre 2009

Ciò che spetta a voi.


Gesù ha parlato dell’Io: “Io sono la Via, la Verità, e la Luce.” Questo è l’Io della consapevolezza, l'Io della Coscienza Cristica che guida l’umanità. Questa coscienza è in ognuno di voi; sta aspettando di diventare attiva. Va bene che veniate al Darshan e va bene che vi sediate in meditazione. Ma non dovreste farlo solo adesso, dovreste farlo sempre. Al Darshan, ricevendo la benedizione, prana hooti, voi ricevete e attivate la luce dentro di voi. Questo è quello che io posso fare, il resto spetta a voi.

Io posso prendere il cibo e ridurlo in purè e metterlo nella vostra bocca, ma non posso inghiottirlo per voi. Sarei felice di farlo, ma questa parte spetta a voi. Voi dite: “Noi proviamo a farlo ma non succede niente.” Vi ho già detto: “Se provate con aspettativa, non succederà.” Dovete svuotare la vostra mente completamente. Un pensiero passerà. Lasciatelo passare. Non alimentatelo. Voi non siete il pensiero. Voi non siete la mente. Voi siete di più. Voi siete figli di Dio. Voi siete parte della creazione divina. Fate di ciò la vostra impresa. Fate di ciò la meta della vostra vita…solo quando la vostra mente sarà calma, sentirete il cuore parlarvi.

venerdì 4 settembre 2009

Il segreto del Divino

Quando chiamiamo una persona che cosa succede? La persona ci guarda e ci dice: “Cosa vuoi?”. Lo stesso accade quando chiamate il Divino dentro di voi. Anche Lui vi chiederà: “Cosa vuoi da me?” Allora potrai porgli la tua richiesta: “Signore, voglio l’autorealizzazione, voglio realizzare Dio.” Ma la relazione che si è instaurata tra te e il Divino non è solo di questo momento; è eterna.
Sia che crediate in Dio sia che non crediate in Dio, nel profondo di voi stessi il vostro spirito sa che vi è un grande Sé, sa che vi è una grande coscienza che pervade ogni cosa. Per esempio, se succede qualcosa di brutto nella vostra vita, chi chiamate per primo? Cosa dite? Dite: “Oh mio Dio!” Non dite: “ Oh marito mio! Oh moglie mia! Oh padre mio! Oh madre mia!” Perchè?
Anche loro vi sono molto cari. Ma in quel momento è presenta una coscienza superiore; c’è Dio, che è più vicino a te di chiunque altro. È perciò che sia che voi ci crediate sia che non ci crediate (in Dio), la prima cosa che uscirà dalla vostra bocca è: “Oh mio Dio”.
Il segreto che si trova nel nome del Divino è Dio stesso. Il nome di una persona non è quella persona. Posso chiamare una persona; posso cantare il nome di questa persona tutto il tempo ma questa persona non verrà a me. Mentre se canto il nome di Mahavatar Babaji, se canto il nome di Krishna o di Gesù o se canto il nome di Allah, loro verranno di sicuro. Loro vengono perché il nome del Divino è la completezza del Divino Stesso…più cantate, più andrete dentro questa completezza del suono dentro di voi; più conoscerete il segreto; più godrete della bellezza che si trova dentro di voi. Dopo aver cantato a voce alta, il canto diviene silente dentro di voi. Anche quando state dormendo, dentro di voi il canto continuerà sempre.

giovedì 3 settembre 2009

"...ma la più grande di esse è l'Amore."


"Quand'anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo.
E se anche avessi il dono di profezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non ho amore, non sono nulla.
E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova.
L'amore è paziente, è benigno; l'amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia,
non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male; non si rallegra dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità,
tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
L'amore non viene mai meno, ma le profezie saranno abolite, le lingue cesseranno e la conoscenza sarà abolita
perché conosciamo in parte e profetizziamo in parte.
Ma quando sarà venuta la perfezione, allora quello che è solo parziale sarà abolito.
Quand'ero bambino, parlavo come un bambino, avevo il senno di un bambino, ragionavo come un bambino; quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino.
Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto.
Ora dunque queste tre cose rimangono: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l'amore."
dalla lettera di San Paolo ai Corinzi, 13

mercoledì 2 settembre 2009

Siate la Luce


Nel profondo del vostro cuore vi è qualcosa di grande che è stato dato all’umanità e che ad ogni battito del cuore vi dice: “Fammi uscire!” Il Divino vi sta chiamando dal profondo di voi stessi. E voi siete l’unica persona che ha la chiave. Aprite il cuore, rendete questo cuore di carne il Cuore di Luce, una Luce che la mente non può comprendere, una Luce senza forma, una Luce senza colore, assoluta, magnifica, maestosa Luce, più splendente del sole stesso. Quindi guarda la Luce…ciò che tu realmente sei. E una volta che l’hai vista, una volta che la possiedi, non lasciarla andare. Conservala e irradiala. In ogni momento, ovunque voi siate, siate la Luce. Attraverso questa Luce, avverrà la guarigione, attraverso questa Luce, il dolore sarà curato. Attraverso questa Luce, si conquisterà la realizzazione.

martedì 1 settembre 2009

Meditazione e pensiero.


Jai Gurudev!
Oggi vorrei parlare con voi di meditazione e pensiero. Molte persone meditano. Meditare fa molto bene. Una volta intrapreso un sentiero spirituale, la prima cosa che vi viene richiesta è quella di sedervi e meditare. Ma non potete meditare per 24 ore al giorno. Sarebbe piuttosto difficile, non è vero? Per alcuni yogi è possibile – ma anche loro, dopo un po’, si devono riposare. Alcuni yogi possono rimanere in samadhi per giorni. Per anni! Ma dopo di ciò , devono prendersi una pausa. Ho incontrato in India uno yogi di circa 200 anni, forse anche di più. Naturalmente, tra tutti gli yogi, il raj yogi Mahavatar Babaji è il più vecchio, più di 5000 anni. Raj yogi significa il re degli yogi. Comunque anche Lui se và in giro con delle persone. Perciò, non possiamo meditare sempre – specialmente qui in Occidente. Ma c’è un sostituto della meditazione - il pensiero. La mente che Dio ha posto nell’essere umano è oltremodo potente. Con essa potete creare o potete distruggere. Dipende da ognuno di voi come controllare il pensiero. La prima cosa nella spiritualità, la prima e la miglior cosa che potete fare, è controllare il pensiero. Più il pensiero è negativo, più si riflette all’esterno. Spesso questi pensieri negativi riguardano sé stessi: “Come sono cattivo, quanto sono negativo.” Sapete di essere negativi e godete nell’ esserlo. Ma perché godete di ciò? Perché vi piace? Prima di tutto dobbiamo cambiare i pensieri riguardanti noi stessi. Poi possiamo cambiare i pensieri riguardanti gli altri. Sino a quando giudichiamo noi stessi, non possiamo fare altro che vedere i nostri lati negativi.
Il pensiero è estremamente facile da controllare. Non avete bisogno di sedervi e controllarlo. Quando il pensiero attraversa la vostra mente, lo riconoscete. Sapete se è un pensiero positivo o negativo. Se è positivo, sarà costruttivo. Ma se è negativo, cercate di non alimentarlo. Dite a voi stessi: “Questo non sono io.” E lasciatelo andare. Quando lascerete andare questo pensiero, vedrete quanto la vostra vita può essere bella, e quanto meravigliosa è questa vita che Dio ci ha dato. Anche la vostra meditazione sarà più facile. Perché il potere dei pensieri è il positivismo nell’essere umano. Attraverso i pensieri, qualsiasi cosa desideriate per voi stessi, a qualsiasi cosa pensiate, lo riceverete.
Il pensiero è la forza di volontà dell’uomo. È la via che usate per la realizzazione di Dio. Tutta la spiritualità inizia qui – nella mente. Dopo raggiunge il cuore. Usate il pensiero per aprire il cuore. Ed imparerete ad ascoltare senza esitazione questa pensiero del cuore – che forse volete chiamare la voce di Dio. Ogni volta che vi siederete in meditazione, sentirete una profonda beatitudine, e la consapevolezza che voi siete Divini sarà sempre con voi.
Ci sono differenti modi per controllare il pensiero. Vi ho già detto di fermarli nel momento in cui vi rendete conto che è un pensiero negativo. Un altro modo è cantare il nome di Dio, e continuare a recitarlo. Dio ha preso molte forme, ed in ogni forma c’è l’energia per l’uomo per trascendere l’umano al Divino. Perciò sino a quando non riuscirete a dominare la vostra mente, fate uso del namasmarana. Cantate il nome di Dio ovunque voi siate. E quando cantate, non chiudete gli occhi, lasciateli aperti. Vedete, quando chiudete gli occhi cominciate a pensare, e a dire: “Oh, sto cantando il nome di Dio.” Certo, ma l’atto del pensare è ancora qui. La mente sta ancora saltando come una scimmia. Lasciate gli occhi aperti. Se non volete focalizzarvi su una forma, concentratevi su un muro bianco. Concentratevi su quello!
Ci sono anche differenti asana che aiutano a controllare il pensiero. Una molto utilizzata è l’albero,
nella quale dovete rimanere su una gamba sola. L’altra deve essere portata il più possibile in alto, con le mani sollevate, e focalizzandosi su un’immagine o su un muro bianco. Questo aiuta molto a controllare la mente. Vedrete che facendo questo, sperimenterete quanto, a volte, l’uomo è sbilanciato. Quando il pensiero è puro, questa purezza si rifletterà. Ovunque voi sarete, questo amore fluirà. E le persone vedranno – penso di averlo già detto l’ultima volta – che voi siete il riflesso della Divinità. Non in senso egoistico, ma con amore. Se riflettete la luce di Dio non ci sarà sofferenza.
Vedete, la nostra mente è responsabile di tutta la sofferenza che vedete all’esterno. Se la mente, i pensieri che avete sono puri, non ci sarà questa sofferenza. Gli esseri umani pensano di essere solo esseri umani e gioiscono nell’essere umani. E spesso essi dimenticano che dietro questa forma umana c’è anche la Divinità. E per raggiungerla, non dovrebbero avere paura. È la vostra vera natura…quello che voi veramente siete. Dovete solo volerlo sinceramente. Vogliatelo sinceramente, per voi stessi!
Jai Gurudev.