lunedì 31 ottobre 2011

La Saggezza dell'Amore - Sri Swami Vishwananda

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domenica 30 ottobre 2011

Canta il suo nome!

Canta sempre il Nome di Dio, così che sulle tue labbra ci sia sempre il Nome Divino. Quando il Nome Divino è sempre sulle tue labbra, non avrai tempo di pensare alle cose negative, a meno che non ti piaccia pensarci, perchè vedi, più pensi alle cose negative, cosa succede? Diventi sempre più negativo, sempre più depresso, sempre più aggressivo e tutto ciò rende te, e anche il mondo stesso, infelice.
Sri Swami Vishwananda


venerdì 28 ottobre 2011

Dipende da te




Vuoi realizzare Dio? Sii sincero verso te stesso, non hai bisogno di chiederelo a me, io non ho bisogno di saperlo, non ho bisogno di giudicare nessuno. Non è dicendo "Sì" a me che succederà. Io ti aiuterò un pò, certo, ma lascio che la maggior parte del lavoro dipenda da te.
Sri Swami Vishwananda

mercoledì 26 ottobre 2011

Diwali: la vittoria del bene sul male


La storia di Diwali è piena di leggende che trovano le loro radici nelle scritture sacre indù, per lo più i Purana. Il tema centrale di tutte le leggende è celebrare la vittoria del bene sul male, anche se la modalità della loro presentazione ed i personaggi sono diversi. Simbolicamente le luci che si accendono durante il Diwali accendendo anche la luce della conoscenza dentro di noi, e le leggende che si perpetuano dai tempi antichi ci spronano a comprendere e riflettere sul significato di ciascuno dei cinque giorni di festeggiamenti e di portare queste riflessioni nella nostra vita quotidiana.
Diwali è la gioiosa celebrazione del trionfo del bene sul male. È la credenza popolare che i fuochi che fanno risplendere i festeggiamenti riducano effettivamente il male in cenere.

Dhanteras

I festeggiamenti effettivi partono da Dhanteras, che viene celebrato due giorni prima di Diwali. La parola “Dhan” significa ricchezza. La dea Lakshmi è venerata in questa giornata attraverso una Lakshmipujan, che viene eseguita non solo nelle case, ma anche in negozi e uffici.


Secondo un antico mito, Lakshmi, la dea della ricchezza, visita le nostre case nella notte di Diwali e si ferma per benedire le case che sono pulite e splendenti. Così all'avvicinarsi di questa festa tutte le abitazioni vengono accuratamente pulite, in attesa di accogliere le ricchezze e le benedizioni di Lakshmi. La Dea della prosperità materiale e spirituale sarà accolta da bellissimi ed allegri dipinti chiamati Rangoli posti sulla soglia di ogni casa, mentre all'interno sarà accolta da una serie di candele magiche, e lampade di carta che una volta accese fanno risplendere l’atmosfera della casa.

martedì 25 ottobre 2011

L'aiuto del Signore


Voi intraprendete il percorso spirituale con molto entusiasmo, poi, più avanti, cominciate ad essere sempre meno entusiasti, ma comunque non lo abbandonate mai completamente. Quando realizzate che state andando giù, fate il possibile per risollevarvi. Nello stesso modo, quando un bambino cade, per un po' piange,ma poi cerca di fare del suo meglio per alzarsi oppure arrivano i genitori e lo tirano su. E' la stessa cosa con il Signore: Lui non può vedere soffrire nessuno dei suoi figli, così, anche se stai cadendo, Lui sarà sempre lì per aiutarti ad alzarti.
Sri Swami Vishwananda

lunedì 24 ottobre 2011

La Saggezza dell'Amore - Mahavatar Babaji


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sabato 22 ottobre 2011

IL SEGRETO


Ogni giorno Krishna andava in giardino e diceva a tutte le piante "Ti amo". Le piante erano molto felici e, rispondendo, dicevano "Krishna, anche noi ti amiamo." Un giorno Krishna si precipitò in giardino, molto allarmato. Andò verso la pianta di bambù e la pianta gli chiese "Krishna, cosa ho fatto di sbagliato con te?" Krishna disse "Ho qualcosa da chiederti, ma è molto difficile." Il bambù disse "Dimmi. Se posso dartela, te la darò." Allora Krishna disse "Ho bisogno della tua vita. Ho bisogno di tagliarti." Il bambù pensò per un pò di tempo e chiese "Non hai un'altra scelta? Non hai un altro modo?" Krishna disse "No, non c'è altro modo." Così il bambù rispose "Va bene. Mi arrendo a te." Allora Krishna tagliò il bambù, fece su di esso dei buchi e ogni volta che lo faceva il bambù piangeva per il dolore, perchè era molto doloroso. Da lui, Krishna ricavò un bel flauto. E questo flauto stava con Krishna tutto il tempo, era con Lui 24 ore al giorno. Perfino le Gopis erano gelose del flauto. Dicevano " Guarda, Krishna è il nostro Signore, ma in realtà noi possiamo stare con Lui solo per qualche tempo. Lui si sveglia con te, dorme con te, tu sei sempre con Lui." Così un giorno chiesero al bambù " Dicci il tuo segreto. Qual è il segreto per cui il Signore ti apprezza così tanto?" E il bambù disse "Il segreto è che io dentro sono vuoto e il Signore fa ciò che vuole con me, quando vuole e come vuole." Questo è arrendersi completamente.(...) Dite: "Signore fa' ciò che vuoi con me, quando vuoi e come vuoi" e fate di questo la vostra preghiera.
Sri Swami Vishwananda

venerdì 21 ottobre 2011

Cambiare


Quando andate a fare visita a qualcuno che è molto nervoso, molto agitato, che cosa fate? Cercate di calmare quella persona, no? La incoraggiate ad essere più positiva oppure vi sedete per piangere con lei? No! Ugualmente, quando andate dal medico è perchè non vi sentite bene e quando siete di fronte a lui, vi aprite, gli raccontate il vostro problema, ma il dottore si siede e piange con voi? No! Che sia uno psicologo o altro, non farà mai questo, ma vi incoraggerà a cambiare il vostro modo di pensare, il vostro modo di vedere le cose e, uscendo da questo stato d'animo, certe cose in voi cambieranno, il vostro modo di vedere cambierà. Noi vediamo il mondo e ci proiettiamo in esso, dicendo che è crudele; forse vogliamo vedere solo la crudeltà, ma, sapete, ci sono anche cose buone. Dipende da come le vedete perchè molto spesso voi vedete la vostra proiezione, vedete quello che avete dentro di voi. Se reprimete certe cose, cosa succederà a questa energia profondamente repressa dentro di voi? Ogni volta che succederà qualcosa all'esterno, ciò che è stato represso si proietterà su di esso e quando ciò che è represso si proietta all'esterno, c'è solo il giudizio, ma quando imparate ad accettare, quando imparate ad essere in pace con voi stessi, vedrete che non c'è niente di male al mondo e le cose possono cambiare, dipende da ciascuno. Ma non dovete dire “Cambia tu, io non cambio!" No! Voi dovete cambiare e allora il resto cambierà. La scelta di come guardare le cose è vostra.
Sri Swami Vishwananda

giovedì 20 ottobre 2011

Pregare


In una situazione spiacevole ... la cosa migliore da fare è pregare per chiedere aiuto, meditare guardandosi dentro, per vedere che cosa Dio vuole che impariamo; e pregare Dio di aiutarci a trascendere quella situazione.

Sri Swami Vishwananda

mercoledì 19 ottobre 2011

Sono uno strumento nelle Tue mani.



È importante che tu faccia il tuo lavoro o qualunque altra cosa con non-attaccamento, consegnando tutto al Divino. Al mattino loda il Signore e dì: “Sono uno strumento nelle Tue mani. Guidami, sii con me!” Alla fine della giornata, prima di dormire, consegna tutto a Lui, ogni azione, anche se non è stata una buona azione. Analizza le tue azioni e consegnale al Divino. Sii completamente distaccato da qualunque cosa tu faccia, e focalizza la tua mente sul Signore.

Sri Swami Vishwananda

lunedì 17 ottobre 2011

La Saggezza dell'Amore - Sri Swami Vishwananda

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venerdì 14 ottobre 2011

giovedì 13 ottobre 2011

Shirdi Sai Baba: l'incredibile Santo di Shirdi (terza ed ultima parte)




Il suo insegnamento fu essenzialmente l'Amore. Diceva che il giorno che il discepolo avesse realizzato cos'è veramente l’Amore, avrebbe automaticamente ottenuto la Rivelazione. E insisteva sempre sul fatto che se si riusciva a vedere Dio in tutto il Creato, sarebbe risultato assurdo il litigio e l'odio, divenendo di fatto impossibile provare risentimento verso qualcuno. La strada per raggiungere tutto ciò veniva da lui indicata come l'assoluto arrendersi a Dio. Con lui quindi ebbe grande impulso la via tradizionale indiana della Bhakti (la via della devozione e dell'amore).
Per la compassione innata in questo grande maestro, egli sapeva che la lotta per purificare le nostre emozioni ci avrebbe stancato; allora egli sosteneva di affidarsi a Dio con pensieri di amore e di resa. Invece di cominciare dal fondo lottando per salire, Shirdi Sai Baba ci consiglia di cominciare accettando Dio come un assioma spirituale. Il Divino diventa quindi il punto di partenza, il nucleo dal quale noi progrediamo per il conseguimento dell'amicizia e fratellanza degli uomini. Questa è una premessa confortante e anche gratificante, perché così siamo sicuri che quando l'anima dell'aspirante muove il primo passo verso Dio, l'Onnipotente si affretta a prenderlo sotto la Sua eterna protezione.
Consapevole della bellezza e del potere che risiede nella devozione che è tesa al Divino, Shri Sai Baba esortava uomini e donne ad adottare la Bhakti (Devozione) come la sadhana più gratificante. Comunque non si deve pensare che Shirdi Baba denigrasse in alcun modo il valore e l'importanza di altri percorsi. "Dopo tutto, il fine è lo stesso", dichiarava Shirdi "non ha importanza tramite quale delle varie strade cerchi di raggiungerlo". Infine la ricerca e il cercatore diventano uno assieme a tutti i ricercatori che anelano a raggiungere la Luce comune. La Bhakti o amore è il più naturale e vitale sentimento del cuore umano. Amare ed essere amato rientrano nel fine di ogni normale esperienza individuale, e nessuno è esente dal bisogno di coltivare l'amore. Come un vero e sensibile psicologo, Sai Baba riconobbe che il bisogno di adorare è proprio del cuore umano e che la sadhana basata sulla devozione (Bhakti) potrebbe veramente diventare la base per un dialogo interreligioso.
Shirdi Sai Baba morì improvvisamente il 15 ottobre del 1918, alle 2 e 30 del mattino, mentre era seduto insieme ai suoi devoti. Semplicemente reclinò la testa sulla spalla del devoto che gli sedeva vicino e spirò.

mercoledì 12 ottobre 2011

NAVARATRI 2011: foto e video





Shirdi Sai Baba: l'incredibile Santo di Shirdi (seconda parte)


Di carattere gioviale, Shirdi Sai Baba amava parlare e scherzare con i suoi numerosi fedeli. Vestiva come un Musulmano e portava i segni della casta come un Hindu. Con la stessa grande gioia e come un bambino celebrava le feste di ambedue le comunità. Se i protagonisti Hindu provavano un senso di orgoglio nel pensiero che secondo le loro usanze Baba teneva sempre acceso il sacro fuoco davanti a sé, essi erano anche forzatamente costretti ad ammettere che dopo tutto egli viveva in un masjid (moschea). Egli citava il Corano e deliziava i suoi fedeli Musulmani, per poi lasciarli interdetti con la sua profonda Hindu shastras (conoscenza). Egli stesso si chiamava fachiro e sulle sue labbra risuonava costantemente la magia "Allah Malik" (Dio Re). Ma poi egli si chiamava anche Brahamino puro, e mostrava una notevole abilità in tutte le pratiche yoga. Per lui, e non si stancava di ripeterlo, Rama (il Dio degli induisti) e Rahim (il Dio dei Mussulmani) erano la stessa ed unica Divinità. Era un magnifico tributo alla sua luminosa presenza che i più famosi membri ortodossi di ambedue le comunità si prostravano ai suoi piedi. Forse un tale fenomeno è ancora sconosciuto nella storia, dove queste due comunità hanno venerato un Profeta con la stessa venerazione e con la reciproca tolleranza per l'altrui modo di adorazione.

Il suo insegnamento orale avveniva generalmente tramite parabole, ma l'insegnamento più profondo, quello che attirò su di lui la profonda devozione dell'intero Paese, avvenne tramite l'esempio della sua vita.

Sebbene nel corso degli anni somme sempre più ingenti di denaro e offerte arrivassero alla sua residenza, egli visse sempre nella più assoluta povertà, andando ogni mattina personalmente a mendicare il cibo per la giornata. Non ebbe mai un guardaroba, ma usava sempre lo stesso straccio di cui egli stesso rammendava e rattoppava i buchi sin tanto che qualche discepolo lo obbligava a sostituirlo con uno nuovo. Tutto quello che arrivava, veniva immediatamente regalato a chi ne aveva bisogno. Non predicò mai la povertà ai sui discepoli e non chiese a nessuno di seguire il suo stile di vita. Non pose nemmeno divieti sul cibo che ciascuno poteva mangiare, anzi, a volte sforzò qualche bigotto a mangiare ciò che la sua religione gli vietava.

Era sempre raggiungibile da chiunque, 24 ore al giorno, sempre pronto a rispondere a qualsiasi domanda. Era solito chiedere ogni giorno ai discepoli più ricchi dalle 4 alle 100 rupie. Denaro che immediatamente ridistribuiva tra i discepoli più poveri. Richiesto sul perché lo facesse, rispose che chiedeva solo a coloro che gli venivano indicati dal Fakir (Dio), ma che in cambio del denaro ricevuto lui era obbligato a tornare qualcosa di valore dieci volte superiore.

martedì 11 ottobre 2011

Shirdi Sai Baba: l'incredibile Santo di Shirdi (prima parte)

Sabato 15 ottobre ricorre il Mahasamadhi di Shirdi Sai Baba
Per chi non conoscesse questa figura perlatro molto venerata in India, ecco un breve resoconto della "vita terrestre" di un'Incarnazione Divina. Divina.

Sai Baba di Shirdi è oggi una delle figure più venerate in India, sia dalla componente Musulmana che da quella Indù ed è considerato come un'incarnazione dell'Amore.
Scrivere una biografia sommaria di santi è molto difficile, ma le difficoltà diventano veramente insormontabili quando si ha da trattare con la vita dell'incredibile Santo di Shirdi. I primi anni della vita di Sai Baba sono avvolti da contraddizioni e misteri. Per giunta, gli piaceva coltivare il senso di mistero e incertezza che aleggiava sulla sua nascita, la sua famiglia, gli eventi e avvenimenti della sua prima infanzia. Infatti Shirdi Baba è uno di quei rari santi della cui nascita e famiglia non c'è una vera documentazione. Tutto quello che è storicamente conosciuto è che Shirdi Sai Baba arrivò nel villaggio di Shirdi quando era un ragazzo di sedici anni, e visse laggiù per circa quattro anni. Poi improvvisamente sparì per un po'di tempo, e dopo un lasso di altri quattro anni ritornò a Shirdi all'incirca nell'anno 1859. Da allora egli rimase nel luogo da lui prescelto per un ininterrotto periodo di circa sessant'anni finché non raggiunse il suo mahasamadhi nel 1918. Ma dove e quando questo giovane ragazzo nacque, da dove proveniva, non fu mai definitivamente chiarito.





Immagini di Shirdi Sai Baba ricoperte di vibhuti nell'ashram di Guruji alle Mauritius.

Secondo una leggenda, peraltro non confermata, sarebbe nato nello stato di Nazim da una famiglia di Bramini. Si suppone che essendo stato abbandonato dalla sua famiglia, sia stato poi allevato da un fachiro; in seguito alla morte del fachiro sarebbe stato preso in casa dallo Zamindar (raccoglitore di tasse) di Selu che lo allevò insegnandogli i principi della sua religione. Come già detto però non vi è alcuna conferma storica di tale origine e lo stesso Shirdi Sai Baba non ne fece mai cenno.
L'unico dato certo è che, all'apparente età di 16 anni, fece la sua prima comparsa a Shirdi (piccolo villaggio nello stato del Maharastra, India) al seguito di un corteo matrimoniale. Il proprietario del campo, tale Baghat Mhalsapati, dove si fermò il carro che trasportava Sai Baba, quando lo vide scendere lo salutò dicendo: 'Benvenuto Sai'. Da quel giorno il suo nome fu quindi Sai Baba di Shirdi. Era l'anno 1859.