domenica 5 febbraio 2012

La notte in cui si riversa su di noi la Grazia Divina


“Shivaratri” significa “la notte di Shiva”, ma anche “la notte in cui si riversa la Grazia Divina”. Questo perché la tradizione indiana indica che soprattutto in questa occasione l’essere umano dovrebbe adorare Shiva colmo di devozione per tutta la notte. Proprio in questa notte gli yogi e gli adoratori di Shiva rimangono svegli, invocandoLo con tutto il cuore e con uno slancio incontenibile. Fare qualcosa d’altro come chiacchierare, leggere, ecc. giusto per restare svegli non sarebbe di alcuna utilità. Mentre passare la notte di Shivaratri adorando Shiva ci santifica e riempie di Grazia Divina tutta la nostra esistenza.
L’insegnamento spirituale che ci offre la notte di Shivaratri è quello di nutrirci solamente di pensieri puri ed elevati, per essere così sempre in uno stato divino. Proprio per questo dobbiamo cercare, soprattutto in questa notte sacra, di diventare una sola cosa con Dio, realizzando cosi pienamente uno stato di divinizzazione, grazie alla rivelazione del nostro Sé Supremo (Atman). Se invocheremo costantemente la presenza di Dio Onnipotente, arriverà anche, al momento opportuno, la consapevolezza della divinità che è già in noi.

Il termine sanscrito Shivaratri ha più significati. “RATRI” viene solitamente inteso come il buio della notte. Ma Shivaratri di fatto non ha alcuna relazione con il buio come lo intendiamo solitamente, bensì con lo stato speciale di sacralità di questa notte. Il buio di questa notte è investito da una grande Grazia Divina. Il motivo è dato dal fatto che nel 14mo giorno che segue il momento di Luna Piena (chiamato secondo il calendario indiano Chaturdasi) la Luna – che tra le altre cose governa la mente umana comune – si trova in un aspetto profondamente benefico nella sua relazione con il Sole. Questo momento è particolarmente favorevole per risentire pienamente della presenza misteriosa e purificatrice del Divino, che si manifesta attraverso Shiva.

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