giovedì 9 febbraio 2012

La Shakti del Signore Shiva

La storia narra che Shiva, immerso in una profonda pratica ascetica, fu raggiunto dalla freccia della passione di Kama e s’innamorò di Parvati, la figlia della montagna di Himavat, che divenne sua sposa. L’energia femminile di Shiva espressa nella coppia Shiva-Parvati è posta in evidenza a sostegno del principio dell’unità dei sessi, ove per tale principio si intende l’integrazione di ogni aspetto duale del pensiero umano, quale uomo-donna, nascita-morte, inzio-fine, bene-male, schiavitù-liberazione e così via.
Secondo la concezione degli Shaktas - cultori della dea (Devi) quale sommo principio divino - la dea rappresenta la sposa cui Shiva è sottoposto e senza la quale sarebbe un corpo inerte; di conseguenza ella si incarna in tutti gli aspetti possibili dell’esistenza e ha molti nomi. Nei suoi aspetti terrifici è Durga, l’invincibile nemica dei demoni; Devi, sintesi di ogni aspetto femminile del divino; Kali o Bhavani, la forza disgregatrice e trasformatrice.
Ma è anche la Madre divina Daksayani, che si getta nelle fiamme dello Yaga, per il disonore causato al suo Signore dal padre di lei. Come Annapurna, la sostentatrice, è “colei che è ricca di cibo”. Santoshi, è l’aspetto della Madre prodiga di doni della terra. Sri Kamaksi o Sri Shivakamasundari, è l’aspetto di colei che tiene la mente e i sensi sotto controllo, purificatrice del cuore. Ed è Sri Minaksi dagli occhi di pesce, cioè amorevoli, come emblema del principio dell’Amore.
L’origine della vita intesa come unione del principio acquatico-umido-femminile (la dea) con il principio igneo-caldo-maschile (il dio) - quindi come Padre e Madre universale – è rappresentata in Shiva anche negli aspetti di Ardhanarishvara, metà uomo e metà donna; oppure metà Shiva e metà Parvati, e ancora, sul piano del simbolismo impersonale, come lo Shivalingayoni.

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