venerdì 4 marzo 2011

Il sacrificio di Sati


Sati lasciò il palazzo di Daksha e seguì Shiva ovunque lui andasse: su colline solitarie, lungo pianure desolate, fitte foreste, nei luoghi di cremazione. In compagnia di Shiva non sentiva la mancanza del padre o della sua casa natale o della società. Shiva in un primo momento la ignorò. Si rendeva appena conto della sua presenza. Ma a Sati non importava. Lei lo seguiva senza aspettarsi nulla in cambio, contenta di essere al suo fianco. La sua forza d’animo e la sua pazienza, la sua serena determinazione di voler stare con il proprio consorte, il suo carattere altruista e la sua personalità raggiante - tutto di lei compiaceva Shiva. Ed egli si innamorò.

Daksha nel frattempo aveva organizzato un grande yagna. Tutti erano stati invitati a eccezione di Shiva. "Penso che sia una svista. Andiamo comunque " disse Sati
"No, Sati, non essere un ospite non invitato"
Ma ella decise di andare comunque. Vestita con le sue migliori vesti arrivò nella sala sacrificale. Intorno al fuoco sacro sedevano tutti gli dei, i saggi, le divinità provenienti da ogni piano di esistenza. Nessuno si alzò per salutarla. Anche suo padre non sembrava particolarmente contento di vederla.
"Ne hai avuto abbastanza di quel tuo marito vagabondo?"
"Mio marito non è un vagabondo. Egli è uno yogi, consapevole di tutti i cosmi " rispose Sati in difesa di Shiva
"Se egli è un tale saggio, come mai non conosce le regole di base della società? Guarda il modo in cui vive, i vestiti che indossa, le compagnie che frequenta "
"La società è una creazione artificiale dell'uomo. Il mio Signore è uno con la Natura, Egli è il Signore delle piante, il Signore degli animali".
"Signore degli animali! Lui stesso è un animale. Senza casa, senza famiglia, senza decenza, senza decoro "
Gli invitati allo yagna cominciarono a ridere. Ed improvvisamente tutto divenne chiaro: Sati si rese conto che lo yagna era un elaborato rituale volto a insultare il suo Signore. L'umiliazione era troppo grande da sopportare. La morte le sembrò un'alternativa migliore alla vergogna.
Sati si sedette a terra, la sua mente fissa su Shiva. Prese il controllo del respiro, accese il suo fuoco interiore, prana agni, e lasciò che questo la consumasse completamente.

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