martedì 11 gennaio 2011

La Meditazione Semplice nelle carceri


Ecco la toccante testimonianza di Varshali, insegnante di Meditazione Semplice.

“Quando seppi che era stato organizzato un corso per insegnanti di Meditazione semplice, fui molto indecisa se partecipare o meno, nonostante, da quando conosco Guruji, il mio più grande desiderio sia quello di essere al Suo servizio e di diffondere il più possibile il Suo messaggio e ogni giorno prego per questo.
Tuttavia qualcosa che mi frenava, perchè in realtà non sapevo a chi offrire questa opportunità. Accadde che Shankari mi chiese di aiutarla a tradurre una parte del manuale per gli insegnanti e mentre ero intenta in questo compito, lessi questa precisa richiesta di Guruji: “Swami è particolarmente interessato all'insegnamento della MS nelle carceri”. Mi venne il batticuore, perchè ormai da qualche anno opero nel carcere della mia città come volontaria e quella frase mi sembrava la risposta a tutti i miei dubbi sul partecipare o meno al corso.
D’altra parte, consideravo la possibilità di portare la meditazione in carcere come molto remota, conoscendo le difficoltà incontrate da sempre dai miei colleghi volontari a ricevere l’approvazione della direzione per i loro progetti. Progetti che comunque, anche se approvati, spesso venivano discussi e realizzati con tempi biblici. Dopo tanti pensieri, considerazioni , riflessioni, entusiasmi e ripensamenti, decisi di tagliare la testa al toro e scrivere a Guruji. Ero sicura che se Lui mi avesse dato la Sua approvazione e la Sua benedizione, tutti gli ostacoli sarebbero stati superati.
La risposta di Guruji fu quasi immediata. Mi scrisse che tutti dovevano conoscere la meditazione e mi assicurò tutto il Suo amore e la Sua benedizione, insieme a quelli della Divina Madre. “Go for it”, queste le Sue parole. E come per magia tutti i dubbi se ne andarono. Due giorni dopo mi presentai in direzione e sempre con il cuore a mille, esposi il mio progetto. Chi mi stava davanti non solo mostrò un grande interesse, ma addirittura mi disse che avrebbe partecipato volentieri di persona! Ora però bisognava superare lo scoglio di trovare lo spazio (ce ne sono pochissimi) dove fare il corso, anche se io avevo proposto solo due incontri limitati alla sezione dove già lavoravo. E sapevo che per questo di solito occorreva tempo. Non avevo ancora fatto bene i conti comunque con la presenza di Guruji in tutta la faccenda.
Quando quattro giorni dopo stavo entrando in carcere per il solito lavoro, un agente mi consegnò una convocazione da parte della direzione per quello stesso giorno. Mi presentai trepidante: magari avevano cambiato idea, magari mancava lo spazio, magari...
Ma il mio cuore si riempì di gioia quando mi vidi consegnare una bozza di date (tante!) degli incontri che riguardava non solo la mia sezione, ma le sezioni di tutto il carcere! Gurudeva aveva lavorato alla grande! Sono tanto felice, non per me, ma per i “ragazzi” del carcere e prego che, nella disperazione in cui spesso si trovano, sappiano arrivare a vedere la luce del loro stesso cuore. Penso spesso alle parole di Gesù: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito, ero straniero e mi avete accolto, ero in carcere e mi siete venuti a trovare...” Ed è questo che Guruji, nel suo immenso amore, ha fatto con loro: è andato a trovarli. Grazie mio amato Maestro!"
Varshali

1 commento:

Anonimo ha detto...

This is a beautiful experience - and a divine work - bring your light and your knowing to all of them... you make GOD happy.