mercoledì 28 aprile 2010

DARSHAN con SRI SWAMI VISHWANANDA


La parola 'Darshan' deriva dalla radice sanscrita "drsh", che significa 'vedere' o 'dare uno sguardo a'. Questa parola può essere usata per indicare il “vedere” una divinità in un tempio, un maestro spirituale o una persona venerata.
Durante il "Darshan", Swami Vishwananda di solito intona dei canti devozionali a Dio. A volte può anche fare un discorso o guidare una meditazione. Dopodiché tutti possono avvicinarsi a lui per ricevere la sua benedizione. La benedizione può essere ricevuta stando in ginocchio o in piedi davanti a Swami Vishwananda. Mentre lui dà la benedizione si cantano canti spirituali e devozionali, e tutti sono invitati a partecipare al coro o a meditare.



"Nel dare il Darshan io tocco le persone sulla fronte e dietro la testa. Premendo contemporaneamente la mano sul midollo allungato, nella parte posteriore della testa, e sul Ajna Chakra sulla fronte (chiamato anche terzo occhio), l’energia vitale di Dio che sostiene il nostro corpo e fluisce in ciascuno, viene concentrata e inviata al cuore. Questa energia fa vibrare il cuore più forte e aiuta ad aprirlo. Può anche essere inviata ad altre parti del corpo dove c’è una mancanza di energia. È importante comprendere che l'amore che può essere sentito durante il Darshan è l'amore del Sé interiore, ovvero della propria Anima divina.
Ricevere il Darshan o la benedizione da un Maestro è un aiuto, ma non conduce all’illuminazione; non dispensa dalla meditazione quotidiana, dall'introspezione o da altre pratiche spirituali. Tuttavia, il Darshan e la tranquilla atmosfera creata dal canto dei nomi divini può essere un importante sostegno nel percorso spirituale.
Il mio lavoro è quello di aprire il cuore e far sì che le persone si rendano conto che possiedono un amore infinito in sé stesse - e che è molto facile offrire questo amore incondizionato a coloro che gli stanno vicino".
Swami Vishwananda



Ci sono alcune regole formali per partecipare:
• Tutti dovrebbero partecipare al Darshan vestiti in modo conveniente. (ad esempio non con pantaloni corti, gonne corte, o vestiti scollati)

• I bambini sono i benvenuti. I loro genitori o tutori sono invitati ad assicurarsi che non disturbino il programma.

• Foto, video e registrazioni audio sono consentite soltanto alle persone autorizzate.
• I genitori con bambini piccoli, le persone anziane e i disabili, coloro che potrebbero aver bisogno di aiuto, possono ricevere la benedizione senza fare la fila.
• Il Darshan con Swami Vishwananda è sempre gratuito. Sono gradite le offerte.



Il canto

Il canto dei Bhajans e la recitazione dei Mantras e delle Stotras è una delle più antiche forme di adorazione del Divino e , per molte persone, uno dei modi più semplici e piacevoli di avvicinarsi a Lui e risvegliare nel proprio cuore la gioia e l’amore. Questa attività non è esclusiva di un sentiero spirituale particolare, dato che praticamente qualsiasi sentiero include il canto come elemento centrale.

Nelle antiche Scritture Hindu, il canto dei nomi di Dio è descritto come uno dei nove modi per esprimere o sperimentare l’amore per il divino ed è chiamato ‘ Kirthana Bhakti ‘ (devozione attraverso il canto dei nomi di Dio). Attraverso questo canto, ognuno può sperimentare la completa quiete mentale o, almeno, l’interruzione dei pensieri e delle preoccupazioni quotidiane.
Ma perché cantare ha su di noi effetti così positivi? Gli Hindu credono nell’onnipresente e onnipervadente suono ‘OM’, il suono della creazione e manifestazione ( nella Bibbia è detto: “In principio era il Verbo”, cioè la vibrazione cosmica) attraverso la quale tutto venne in esistenza e che è presente in ogni piccola cellula, ogni atomo…

La mitologia Hindu dice che fu il Signore Shiva a sviluppare la musica e la danza e che la donò a sua moglie e a tutti gli dei e semidei. Tutti gli abitanti del cielo si rallegrarono e bevvero la bellezza di cantare l’altissima gloria del Signore e di danzare per Lui.

Una volta Narada, il messaggero del Signore Vishnu, si recò sulla terra, per vedere cosa stava facendo il genere umano e come andavano le cose laggiù. Si preoccupò molto quando si accorse che gli esseri umani non sembravano gioire della loro vita come gli abitanti del cielo; piuttosto sembrava che la trascorressero nell’oscurità, nella paura e nella disperazione.
Preoccupato, Naradmuni chiese aiuto a suo padre, Brahmaji. Gli disse: “ Venerabile Padre, temo che l’umanità abbia perso la strada. Sembra che le Sacre Scritture non siano di alcuna utilità per loro. Le penitenze, i sacrifici e le pujas, come prescritte nei Vedas , sembrano troppo difficili. Ti prego, abbi pietà di loro e salvali! “.
Brahmaji meditò per un tempo molto lungo e, quando ebbe finito la sua meditazione, parlò così a Naradmuni: “ Narada, l’unico modo di salvare l’umanità e ricondurla al suo Creatore, è quello di trasmetterle l’arte della musica e della danza. Chiamerò questo il quinto Veda e sarà il più facile dei Veda in quanto è destinato a tutti. Tutti, senza distinzione di sesso, nascita, casta o età, potranno partecipare al canto dei nomi di Dio e così, essere guidati di nuovo a Lui “.

Questo mito ci mostra quale parte integrante abbia nelle nostre vite la musica e specialmente l’adorazione di Dio. Tutti coloro che partecipano al canto (anche solo battendo le mani) sentiranno i suoi effetti positivi e gioiosi. Esso ci rende intimamente calmi e tranquilli così come arresta il flusso dei nostri pensieri e ci riempie di contentezza. Mentre cantiamo con gli altri sentiamo che siamo parte di qualcosa, co-creatori di un’atmosfera piena di pace, felicità e unità.
Il canto ci offre anche un’attitudine tanto più positiva, quanto più la nostra mente si riempie dei nomi di Dio e dei suoi attributi, mentre i pensieri che non ci sono di aiuto gradualmente si dissolvono.

Cantare ha anche numerosi benefici fisici e possiamo considerarne almeno qualcuno. Favorisce una naturale respirazione addominale (non solo toracica), così rallenta il battito cardiaco e si abbassa la pressione sanguigna, il corpo si purifica e ringiovanisce, mentre circola più ossigeno. Un altro effetto è l’accresciuta produzione di ormoni “buoni”, che fanno sentire felici, calmi, in pace e pieni di energie. D’altro canto, diminuisce la produzione dei cosiddetti ormoni dello stress o dell’aggressività.

1 commento:

Unknown ha detto...

grazie Ruchita per il tuo impegno per le info che ci dai e che sono cosi' preziose,grazie per queste magnifiche foto del sorriso di Guruji che hanno il potere di cambiarti la giornata
Grazie di cuore Mirella