giovedì 21 aprile 2011

AI PIEDI DELLA CROCE



tratto da “Donne della risurrezione” Lia Beltrami


Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleopa e Maria di Magdala (Giovanni 19,25).

Il Vangelo secondo Giovanni, testimone diretto di quel terribile venerdì di due millenni or sono, è ridotto all’essenziale, pochissime parole, quasi due pennellate, per raccontare il susseguirsi delle ore sul Golgota. Scrive di alcune donne, la madre, la sorella, Maria di Cleopa e Maria di Magdala, che sono salite lungo il sentiero del supplizio di Cristo, per accompagnarlo negli ultimi istanti verso la morte. Il testo lascia aperta l’interpretazione del numero delle donne: potrebbero essere quattro, o tre, oppure solo due: la madre e Maddalena.
Gesù, dopo essere stato condannato, viene caricato del braccio orizzontale di legno e si avvia verso il cranio. Lì viene inchiodato alla croce in mezzo a due malfattori. Sopra la sua testa pende l’iscrizione, in ebraico, latino e greco, con il motivo della condanna: “Gesù il Nazareno; il re dei Giudei”. I soldati si dividono la sue vesti; la tunica è tessuta tutta d’un pezzo perciò la tirano a sorte. Testimoni: il discepolo e le donne.

Stavano - Maria Maddalena, fedele sino all’estremo, segue ancora il Maestro, questa volta non per i sentieri della Galilea, non è con lui a mensa, non porta olio profumato. Ha assistito alla condanna, è stata trafitta anche lei dalle parole del popolo: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”, ha udito gli insulti, ha visto gli sputi. Non ha potuto fare nulla per difenderlo. Ma non lo ha lasciato solo. Non è fuggita, non si è nascosta. È rimasta con Maria, la Madre, e insieme con le altre donne che già erano con il Maestro in Galilea. (…)

Maria Maddalena vede Gesù che si avvia sulla salita, coperto di ferite. Cammina anche lei, lo segue, in una fedeltà oltre ogni logica umana. Forse si china per pulire il sangue caduto a terra. Arriva con lui sul Golgota, dopo aver percorso tutto il sentiero del dolore. E lì se ferma, sta. In quello “stare” c’è il grande mistero della risposta d’amore di Maria Maddalena a Cristo.

Presso la croce
– Gemiti di sofferenza, grida, insulti della gente, un rumore esterno insopportabile. L’orecchio è teso a percepire ogni suono che esce dalla bocca sanguinante del Maestro, del Figlio, mentre i soldati tirano a sorte la sua tunica. Discutono, bestemmiano, come se stessero vivendo in un’altra dimensione. E nel frastuono, in mezzo agli urli come di tempesta, si dilata lo stare della Madre, con Giovanni e Maddalena, fino a diventare un silenzio dello spirito.
Per i primi tre evangelisti, Matteo, Marco e Luca, le donne seguono la scena da lontano, ma Giovanni, l’apostolo dell’Amore, le descrive proprio sotto la croce. È interessante leggere gli studi storici sulla possibilità per i parenti e gli amici di stare vicino al luogo dell’esecuzione di un condannato. Si parla di una possibile distanza fra i tre i dieci metri. (…).
Quel “presso” non può lasciare indifferenti. Giovanni, la madre, Maddalena, le persone più prossime a Gesù, stanno vicino nel supplizio, come a formare un cerchio, dove lo spazio più grande è lasciato da quelle braccia allargate nel sangue, che proseguono l’abbraccio oltre ogni limite umano. I minuti, le ore, sono interminabili, anche i secondi pare non passino mai, mentre guardi l’atroce sofferenza di chi ami.
È, il loro, uno stare che ferma il tempo, uno stare “presso” che evidenzia l’intimità, la vicinanza corporea e spirituale. Maria Maddalena dona tutta la sua vita nel tempo presso la croce, quella vita che aveva ricevuto nuova da Dio nella liberazione dai sette demoni. È il prototipo del coraggio dell’amore estremo che si ripete nella storia di tante donne e uomini.
Non c’è divisione tra le donne, il discepolo, il Cristo, il Padre: come nell’ebbrezza di una danza, il loro sguardo è rivolto verso l’alto, su quel volto sfigurato, capace sino all’ultimo di pronunciare parole di vita. Anche il Maestro guarda in su, verso il Padre, l’Abba, con l’intensità di chi consegna a lui la sua vita: “È compiuto”. E dal cielo discende nel Cristo l’Amore più grande, in un’intima unione. Di lì a poco, il fianco sarà squarciato e scaturiranno sangue e acqua, sorgente di vita per l’umanità tutta, in perfetta unità. “Chi ci separerà dall’Amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? (…) Io sono infatti persuaso che né morte né vita, nè angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’Amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,33-39)

Sua madre
– Maria Maddalena sul Golgota era salita a fianco della Madre di Gesù, con lei aveva sofferto per ogni spinta, per ogni sputo, per ogni percossa; non l’aveva mai lasciata sola. Ora è lì, sotto la croce, si fa appoggio per la Madre, e con lei incarna l’amore dato. Dall’altra parte c’è Giovanni, il discepolo, colui che riceve la totalità dell’amore. Poco più in là i soldati si spartiscono i vestiti: “I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamola a sorte a chi tocca” (Gv 19,23-24)
Nel momento cruciale della storia dell’umanità, essi vivono nell’indifferenza, tutti presi dal possibile guadagno. Maddalena guarda nella loro direzione e soffre, percepisce che Gesù è inchiodato a quella croce come vittima sacrificale, anche per i soldati irriverenti. Si ricorda del capro inviato ogni anno a morire nel deserto per i peccati del popolo di Israele e guarda verso il Maestro. Ha imparato a non giudicare, lei liberata, lei che ha assistito alla guarigione di malati e paralitici, alla remissione dei peccati, lei che per prima ha respirato l’infinita misericordia del Padre. (…)
Intanto Gesù, nel dolore più atroce, fissa la madre e il discepolo e li consegna l’un l’altro: “Gesù allora vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!” poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!” (Gv 19,26-27). Maddalena è ancora una volta testimone di un evento immenso, assiste all’ultimo sguardo di Gesù per sua madre, mentre le affida ogni uomo, insieme con Giovanni. Poi dona a tutti noi la Madre del creatore, rendendoci concretamente suoi fratelli. Da quel preciso istante Maria, la Madre, non mancherà mai di seguire ogni evento dell’umanità.

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