sabato 9 aprile 2011

Rama, simbolo della perfetta aderenza al dharma.


Rama è la settimo avatar - incarnazione di Vishnu, re di Ayodhya
Secondo la genealogia Puranica, Rama sarebbe nato nel 7.323 a.C. e cioè nel corso dell'ultimo trimestre del Treta Yuga.
Nato come il figlio maggiore di Kausalya e Dasharatha, re di Ayodhya, Rama viene definito all’interno dell'induismo come Maryada Purushottama, letteralmente “L'uomo perfetto” o “Signore dell’autocontrollo” o “Signore della Virtù”. Rama è il marito di Sita, che gli Indù considerano incarnazione di Lakshmi e incarnazione della femminilità perfetta.
La vita di Rama è simbolo della perfetta aderenza al dharma, nonostante le dure prove della vita. Rama è raffigurato come l'uomo ideale e l'essere umano perfetto. Per onorare il padre, Rama abbandona la sua pretesa al trono di Kosala scegliendo invece un esilio di quattordici anni nella foresta. Sua moglie Sita e il fratello Lakshmana, incapaci di vivere senza Rama, decidono di unirsi a lui, e tutti e tre passano i quattordici anni in esilio insieme.



Durante l’ esilio, Sita viene rapita da Ravana (Asura), il monarca Rakshasa di Lanka. Dopo una ricerca lunga e difficile che mette alla prova la sua forza e la virtù personale, Rama ingaggia una guerra colossale contro gli eserciti di Ravana. Alla fine Rama uccide Ravana in battaglia e libera la moglie. Dopo aver completato il suo esilio, Rama torna ad essere incoronato re di Ayodhya (la capitale del suo regno), e alla fine diventa imperatore, donando felicità, pace, prosperità e giustizia al suo popolo, in un periodo conosciuto come Rama Rajya.

Il Ramayana racconta come la Dea Terra (Bhumidevi), si recò dal Signore Creatore, Brama, chiedendo di essere salvato dal malvagio re che stava saccheggiando le sue risorse e distruggendo la vita attraverso innumerevole guerre sanguinose. Anche i Deva si recarono da Brama, terrorizzati dal giogo di Ravana, l'imperatore rakshasa con dieci teste. Ravana aveva sopraffatto i Deva e ora governava il cielo, la terra e i mondi inferiori. Anche se era un monarca potente e nobile, era pure arrogante, distruttore e un protettore dei malfattori. Aveva poteri che gli davano una forza enorme ed era invulnerabile a tutti gli esseri viventi celesti, tranne però all'uomo e gli animali.

Brahma, Bhumidevi e i Deva pregarono Vishnu, il Conservatore, per la liberazione dalla tirannia di Ravana. Vishnu promise di uccidere Ravana incarnandosi come uomo - il figlio maggiore di Darashata, re di Kosala. La sua eterna consorte, Lakshmi prese vita come Sita che fu trovata dal re Janaka di Mithila mentre egli stava arando un campo. L’eterno compagno di Vishnu, il serpente Sesha Annata, si incarnò come Lakshmana per rimanere a fianco del suo Signore sulla terra.
Durante la sua incarnazione, nessuno, tranne Rama stesso e pochi altri saggi (tra cui Vasishta, Sharabhanga, Agastya e Vishwamitra) conoscevano il suo destino. Rama fu venerato dai molti saggi che incrociarono il suo cammino, ma solo i più colti ed elevati erano a conoscenza della sua vera identità.

Nessun commento: