domenica 24 aprile 2011

L’INCONTRO CON IL RISORTO



tratto da “Donne della risurrezione” Lia Beltrami

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come la neve. L’angelo disse alle donne: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete” Ecco, io ve l’ho detto.”
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunciò ai suoi discepoli. (Matteo 28,1- 8)


Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Magdala, dalla quale aveva scacciato sette demoni (Marco 16,9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lo hanno posto!” Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro.
Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?” Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto”. Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù. Le disse Gesù: “ Donna perché piangi? Chi cerchi?” Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se lo hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo.” Gesù le disse: “Maria!” Ella si voltò e gli disse in ebraico: “Rabbunì!” – che significa “Maestro!” (Giovanni 20,1-3.11-16)


“Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro e piangeva”
Ha visto il sepolcro vuoto, è tornata in città a chiamare gli amici di Gesù, e non capisce. Guarda con occhi umani un evento così grande che non può essere contenuto né dall’intelletto né dal sentimento. Di fronte all’inatteso, capita di prendere le distanze, è un modo per evitare di lasciarsi sorprendere. Ma con il Signore non si può stare sulla soglia e piangere su se stessi, sul proprio dolore. Il tempo del pianto è limitato. Arriva il momento dell’incontro, che richiede una decisone chiara, forte, di mettersi in gioco. Gesù si offre a noi come pastore, non è un’imposizione, ma un gesto di tenerezza. A noi la scelta di far parte del suo gregge, di entrare nel suo recinto.

Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?” Rispose loro: “ Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto”
L’entrata del sepolcro è piuttosto bassa. Proprio qui, il venerdì del dramma, Maria Maddalena ha sentito un tonfo sordo della pietra che la chiudeva. È l’alba del giorno dopo il sabato. Lei è lì, attonita, sconvolta, i suoi occhi sono ancora accecati dal pianto, dal dolore. Decide comunque di provare a guardaci dentro, si china, vede due angeli. Ma visione celeste però non è sufficiente per portarla a credere, servirà l’incontro con la persona del Cristo.


“Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: “Donna perché piangi? Chi cerchi?” Quella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse:
“Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo”
Maria Maddalena è rivolta verso il sepolcro, dove ha appena visto due angeli in bianche vesti, alle sue spalle c’è il giardino. È sorpresa, non capisce, “hanno portato via il Signore dal sepolcro”. Di lì a poco saprà che il Signore non può essere trattenuto. Non aspetta neppure la risposta degli angeli. Forse sente un rumore, si accorge che c’è qualcuno dietro di lei. Si volta e vede un uomo, che non riconosce. La sua vista è abbagliata dalla luce degli angeli, o è confusa dal troppo pianto oppure l’uomo che sta dietro alle sua spalle è irriconoscibile perché trasfigurato. Non viene detto. Il Maestro ripete la stessa domanda degli angeli “Donna perché piangi?” e aggiunge “Chi cerchi?” Perché Maddalena ti lasci logorare dal dolore? Che “Signore” cerchi, quello che immagini tu? O quello che è realmente? Lei continua a non capire, pensa che l’uomo sia il custode del giardino. Non basta la provocazione di Gesù per toglierla dalle sue convinzioni. Qualcuno ha portato via il Signore e basta. È ancora il coraggio a sostenerla, è disposta ad andare a prendere il corpo: una donna, come pensa di farcela a spostarlo? Vede il Risorto con occhi umani, perciò non lo riconosce, ma al Signore piace senz’altro la sua determinazione, la sua volontà, seppure fragile e non ancora piena dello Spirito.
(…)
È l’ultima volta che Maria prova a fare da sola, chiede dov’è il corpo del suo Signore, lo vuole andare a prendere, non si è ancora abbandonata. È forse l’ostacolo più grande che possiamo trovare nel cammino spirituale, l’impedimento a lasciarci andare all’abbraccio del Padre. L’affidamento totale. (…)
“Gesù le disse: Maria! Ella si voltò e gli disse in ebraico: “Rabbunì!” Che significa “Maestro!” Il buon Pastore chiama la sua pecorella per nome. Le restituisce il suo nome trasfigurato. E lei, che nel frattempo gli aveva voltato le spalle, si gira una seconda volta, definitivamente, ode la sua voce e nel suo nome lo riconosce. D’ora in poi non distoglierà più lo sguardo e il cuore da Colui che ha vinto la morte per amore.
(…)
Gesù chiama la discepola, il Vangelo secondo Giovanni riporta il nome in aramaico “Mariam” così come la risposta di lei “Rabbunì”. Segno di una confidenza profonda, di un incontro che passa nei luoghi più intimi e personali, per farlo risplendere di luce. Il Risorto ci restituisce il nostro nome trasfigurato, reso fertile dallo Spirito di Dio.
Gesù ci ama singolarmente, ci chiama per nome affinché anche noi, come Maria, possiamo voltarci verso di lui e non lasciarlo più.
(…)
A noi spetta di voltarci verso di lui, come Maria Maddalena, per ascoltarlo mentre ci chiama per nome, allora egli ci mostrerà il suo volto, e la nostra vita non sarà più la stessa.

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